Molte realtà del Terzo Settore utilizzano Facebook e Instagram seguendo un approccio simile a quello aziendale perché spesso non sanno che queste piattaforme offrono strumenti e funzionalità pensate appositamente per supportare il mondo no-profit. Dopo anni di lavoro in questo ambito, ho capito quanto sia importante diffondere queste conoscenze: solo così possiamo favorire uno sviluppo sostenibile dell’associazionismo, fatto di persone che ogni giorno si impegnano per generare valore sociale e culturale. Un impegno che sento profondamente anche mio. Quindi tenete le orecchie aperte (e magari una penna a portata di mano): meritate di avere accesso alle informazioni giuste per far brillare la vostra missione anche online! In questo articolo troverete suggerimenti e link fondamentali!
Indice
Per iniziare
Il primo passo consiste nel creare una pagina Facebook e una Instagram, per poi collegarle tra di loro in modo da poter gestire comodamente tutto tramite la Business Mete Suite e per potersi avvalere della funzionalità di cross-posting che permette di condividere automaticamente su entrambi i profili, anche se si sta pubblicando solo su uno.
Importante: è fondamentale inserire tra le informazioni della pagina “organizzazione no-profit” selezionando tale voce dall’apposito menù a tendina. Questo permetterà all’algoritmo di riconoscere la natura della vostra organizzazione. Meta funziona un po’ come un video-gioco, ovvero a livelli. Inserendo i dati corretti si permette al sistema sia di farsi trovare dagli utenti più in linea, sia di sbloccare progressivamente le funzionalità più in linea con le proprie esigenze.
1. Strategia prima di tutto
Anche nel Terzo settore vale una regola d’oro del marketing: senza una strategia, i social rischiano di diventare una perdita di tempo. Chiediti:
- Chi vuoi raggiungere?
- Cosa vuoi comunicare?
- Qual è l’obiettivo? (es. raccolta fondi, sensibilizzazione, ricerca volontari…)
Definisci un piano editoriale mensile e organizza contenuti coerenti con i tuoi valori, alternando informazione, storie, eventi e call to action.
Contrariamente a quanto si tende a fare, anche la progettazione grafica coordinata diventa uno strumento fondamentale per creare coerenza visiva tra i post. Su canva.com puoi trovare delle griglie di Instagram e Facebook preimpostate, molto comode per inserire in sequenza le grafiche che hai preparato. Questo ti darà la possibilità di valutare l’effetto finale prima di passare alla fase di programmazione dei contenuti.
Formazione: Meta offre un corso di formazione che rilascia un attestato di frequenza per gli addetti ai social media delle organizzazioni no-profit. Poi scoprire di più cliccando qui Facebook Marketing Resources for Nonprofits.
2. La forza del racconto
Le persone non si innamorano delle sigle, ma delle storie. Facebook e Instagram sono ambienti perfetti per raccontare:
- chi siete e cosa fate;
- le storie dei beneficiari, volontari e donatori;
- i retroscena del vostro lavoro quotidiano;
- l’impatto concreto delle vostre azioni.
Su Instagram, le immagini e i video sono fondamentali: emoziona, ispira, coinvolgi. Su Facebook puoi invece approfondire con post più lunghi, link, eventi e gruppi tematici. Creare delle comunità è molto importante per permettere agli utenti di appassionarsi e contribuire!
Meta offre suggerimenti su come le organizzazioni non profit possono ispirare i brand su Facebook: How Nonprofit Organizations Can Inspire Brands on Facebook.
3. Interazione e comunità
I social non sono una bacheca pubblicitaria. Il vero valore sta nell’interazione:
- rispondi sempre a commenti e messaggi;
- fai domande alla tua community;
- coinvolgi i tuoi follower con sondaggi, quiz, dirette. Su Instagram sono disponibili davvero molti strumenti in tal senso che si possono attivare in fase di creazione dei post!
Più interagisci, più i tuoi contenuti verranno mostrati. Questo significa che è fondamentale tanto la frequenza di pubblicazione, quanto la tua capacità di attivare delle forme di reciprocità con i tuoi follower, come post fatti in modalità di “collaborazione” con altri utenti.
Ricorda: Facebook e Instagram premiano chi genera conversazioni autentiche. Questo significa che l’unicità del tuo posizionamento di brand deve essere palpabile.
4. Fundraising digitale: non solo like
Sia Facebook che Instagram offrono strumenti di raccolta fondi per enti non profit:
- Facebook Fundraising permette di attivare raccolte direttamente dalla pagina; scopri come creare e gestire raccolte fondi: How to Create and Manage Fundraisers From Your Page.
- Instagram Donation ti consente di aggiungere un pulsante “Dona” nelle storie, se sei abilitato come ente benefico.
Attenzione però: i risultati arrivano solo se hai già costruito fiducia e coinvolgimento nella tua community. Ci vuole tempo e costanza per creare fiducia e autorevolezza. Nessuno dona a un’associazione che non conosce o non capisce.
Per ulteriori informazioni, visita la sezione di Meta dedicata all’impatto sociale: Meta Resources & Best Practices for Nonprofit Organizations.
5. Investire in promozione (quando serve)
Anche con pochi euro, le campagne sponsorizzate su Facebook e Instagram possono:
- far conoscere un progetto;
- invitare alla partecipazione a un evento;
- promuovere una campagna di crowdfunding;
- intercettare nuovi volontari o donatori.
Con un buon copy e un target ben definito, anche le piccole realtà possono ottenere risultati misurabili. Seppur ogni caso andrebbe valutato a sé, per dare un’idea un investimento iniziale di almeno 70 € al mese (35 per ciascuno dei social) può rappresentare un’ottima base di partenza per allargare il bacino di utenze. Se si ottiene un CPC (costo per clic) tra i 0,04 – 0,32 cent, significa che la campagna sta avendo un riscontro soddisfacente.
6. Autenticità prima della perfezione
Non servono video in 4K o foto da rivista. Le persone cercano autenticità, coerenza, trasparenza. Racconta i tuoi successi ma anche le sfide, mostra il dietro le quinte, condividi emozioni vere. La cura delle immagini è certamente fondamentale, ma non a costo di perdere la credibilità del contenuto. Esistono contesti in cui contenuti a bassa risoluzione ispirano più fiducia se si intuisce che sono stati realizzati per documentare un evento imprevisto, o per effettuare una comunicazione spontanea. Il mio suggerimento è di non essere mai troppo rigidi e di dare più valore al messaggio, se questo merita l’attenzione.
7. Gestisci le crisi senza cadere nella trappola della polemica
Lo sappiamo tutti oramai. I leoni da tastiera sono sempre lì in agguato, che non vedono l’ora di iniziare una polemica e di far volare le parole grosse, fosse anche solo per il piacere di sapere di essere riusciti a fare saltare i nervi a qualcuno. Ma non ne vale la pena! Davvero! Proteggere la reputazione della propria organizzazione significa saper mostrare anche maturità. Occorre rispondere, ma non troppo. Basta puntualizzare una sola volta la propria posizione, chiedere scusa se necessario, ma poi lasciar perdere. Cancellare i commenti o nasconderli non farebbe che peggiorare la situazione. Sarebbe come ammettere la propria paure, oppure dichiarare implicitamente che non si reputano i lettori abbastanza intelligenti da sapersi fare una loro opinione autonoma.
In conclusione
Facebook e Instagram non sono la soluzione a tutti i problemi del Terzo settore, ma possono diventare strumenti potenti se usati con consapevolezza. La chiave sta nel costruire relazioni umane, non solo follower. Perché dietro ogni like, c’è una persona che potrebbe diventare un alleato della tua causa.
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